Abolire le province? Una soluzione giusta ed efficiente


Silvio Boccalatte, autore del libro Abolire le Province, Rubettino/Facco editori

La realtà attuale richiede sempre più che le istituzioni siano vicine, anche territorialmente, ai cittadini, ma siano pure in grado di fornire servizi efficienti: nel primo senso si leggono le istanze federaliste orami alla ribalta del dibattito politico da più di quindici anni, verso il secondo elemento sono invece indirizzati gli sforzi di semplificazione e razionalizzazione che si tentano da alcune legislature (con risultati non convincenti, invero…).
Ebbene, l’abolizione delle Province sarebbe una riforma in grado di coniugare queste due esigenze in modo veramente considerevole.
Le Province nascono e si sviluppano come entità il cui scopo storico è letteralmente opposto a quello dell’autogoverno dei territorio, nonché della vicinanza ai cittadini-governati: nell’impostazione tradizionale sviluppatasi in Francia, importata dallo Stato Sabaudo e poi da quest’ultimo esportata in tutta la Penisola, le Province sono mere articolazioni locali del potere centrale.

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L'opinione dei lettori

Abolire le Province è cosa giusta.

Un anno fa tutti dicevano di voler abolire le province per realizzare importanti risparmi. Oggi nessuno se lo ricorda. Tutti, anzi, festeggiano qualche successo nelle recenti elezioni provinciali. Unico criticabile resto delle idee abolizioniste, è la campagna del non voto. Il concetto che i cittadini hanno delle province è più legato alla realtà culturale e territoriale che ai compiti che esse svolgono. Queste funzioni, definite dalla legge, sembrano ritagliate da quelle già definite per altri livelli locali. E’ il caso dei compiti sanitari, ambientali e formativi, già gestiti dalle Regioni, dall’edilizia scolastica, curata anche dai comuni, dalla viabilità, su cui operano enti come l’ANAS. Sembra evidente che queste funzioni potrebbero bene essere gestite direttamente dalle regioni, dai comuni e da altri enti pubblici esistenti dedicati. Se si abolissero le province, le specificità locali di tipo territoriale e culturale potrebbero essere recuperate organizzando su base provinciale i meccanismi elettivi delle regioni. Una commissione di consiglieri regionali dedicata alla cura delle specificità dei territori provinciali potrebbe influenzare gli atti della regione. Abolire le province consentirebbe di risparmiare tutti i costi della loro organizzazione politica ed amministrativa. Si recupererebbero circa un miliardo e settecento milioni di euro l’anno. La spesa del personale e quella legata alle attività che verrebbero assorbite da altri enti, per circa dodici miliardi di euro, verrebbe erosa in minima parte, spostandosi con i dipendenti e le relative funzioni. Queste valutazioni contrastano molto con i conti che molti osservatori hanno fin qui fatto e che parlano di risparmi annui circa dieci volte più consistenti. Questi critici delle province hanno però a mio avviso trascurato molte delle considerazioni che ho portato fino a qui, e per questo, credo che sbaglino. Tutte queste valutazioni fanno capire che comunque abolire le province è utile e, se fatto con intelligenza, non peggiora ma migliora il governo dei territori locali. Peccato che ancora oggi, nel 2009 non si vede neppure l’ombra di un governo che sappia fare tutto questo presto e bene: in una sola parola, che sappia governare.

Scrivi qui il tuo commento. Sono perfettamente d’accordo sull’ abolizione
delle Province, perché c’è uno sperpero di denaro ingente ( 115 miliardi l’anno, secondo la trasmissione “Report” di Milena Gabanelli ).
Le Province sono un accavallamento dei compiti tra Regioni e Comuni.
Se si pensa che liquidando le Province si licenzierebbero tutti gli impiegati e le
guardie forestali di questi enti… ebbene queste persone potrebbero passare
ai Comuni o alle Regioni, ma ciò che importa è eliminare i costi per pagare
gli stipendi dei gruppi di maggioranza e minoranza, il presidente, e gli assessori. Ecco che questo denaro risparmiato potrebbe andare a coprire
in parte l’abolizione della tassa IRAP ( a carico delle aziende grandi e piccole,
e degli artigiani ).
Ce ne sarebbero tante altre cose da dire per far funzionare meglio la macchina
dello stato… ma bisogna vedere che… FORZA c’è in questo sito… con questa
campagna, con questa battaglia. Io ci stò. Enrico Visetti – Genova.

Sì, aboliamo le province ma aboliamo
anche le comunità montane ed i
comitati di quartiere e insieme
a tutto ciò anche i numerosissimi
enti inutili.
Basta succhioni ladri e corrotti
che si trincerano dietro il paravento
della funzione pubblica con l’unico scopo di rubare e per riuscire a
rubare 10.000 Euro ne sprecano
UN MILIONE per volta.
Basta parassiti ladri e succhioni!
Mettiamoci finalmente la parola STOP.

Una necessità l’abolizione delle provincie, delle comunità montane ed un accorpamento dei piccoli comuni con l’biettivo di ridurne il nr. da 8100 attuali ad un massimo di 2500/3000. I nuovi comuni integrati dal personale derivante dagli accorpamenti e dalla soppressione di provincie e comunità montane, assumeranno i servizi, oggi a carico degli enti soppressi, le nuove anagrafi gestite dai comuni di nuova istituzione, serviranno la pubblica amministrazione nella sua interezza, evitando doppioni e maggiore tutela della privacy. Alla prossima nuovi elementi.

favorevole all abolizione delle province … ma…. c è già tutto pronto per creare questo risparmio? sono nati degli enti di controllo alla base, che determinano un tetto max di spesa x le nuove province che assorbono le piccole province?
o viene tutto fatto così alla “palazzo”di cane con il risultato solito di problemi nei confronti dei cittadini ? siamo pronti? chi controlla le entrate e le uscite? ci sarà chiarezza a fine anno di dove vanno a finire i soldi? a quali enti esterni ci si rivolgerà per avere info locali? già è un problema con il personale che ci si ritrova negli uffici comunali oggi…ci sarà una cernita di persone qualificate presso gli uffici comunali,? e in quelli esterni ? quelli esterni da chi saranno rertribuiti con sicurezza? dai comuni? mah? sembra un pò prematuro senza una struttura ben salda di base…

naturalmente la mia è un osservazione da “bar” se vogliamo.. non sono molto informato,e da buon apolitico ,aspetto magari dei chiarimenti sul fatto di questo intervento territoriale… il federalismo non è quasi la stessa cosa a livello di gestione € x una regione?

Sono dipendente di una provincia mi dite che fino dovremmo fare? Vi immiginate che cosa potrebbe significare mettere 300 mila persone in mobilità? io ad esempio mi occupo di DIFESA DEL SUOLO – A chi andrebbero le molteplici competenze delle Provincie peraltro di recente implementate con la riforma del titolo 5° della Costituzione?